ATTENZIONE: ai quadri di Roberto Messori è ora dedicato
il sito www.robertomessori.com che vi invitiamo a visitare.
IN QUESTA VOCE DI MENU è POSSIBILE OSSERVARE UNA CARRELLATA DEI DIPINTI DELLA PRODUZIONE ARTISTICA DI ROBERTO MESSORI. NELLA VOCE "ARTE PITTORICA" DELLO SHOP TROVERETE LE OPERE RECENTI, IN VENDITA, RELATIVE AGLI AMBIENTI FLUVIALI.
Chi fosse interessato ai quadri può contattarmi. I riferimenti sono in entrambi i siti.
I quadri che vedrete di seguito sono solo una selezione di dipinti di ambienti fluviali o comunque attinenti ad essi o alla pesca a mosca, più altri dipinti di diversi argomenti.
Come racconta il passato di Roberto Messori, prima di creare Fly Line viveva dipingendo quadri da esporre in mostre personali. L'ultima mostra "ufficiale" risale al 1997, ma non ha mai smesso di dipingere, e talvolta di esporre, come mostrano diverse copertine dei libri. Forse per nostalgia, un po' per la frustrazione di una dote non accantonata, ma di sicuro trascurata, attualmente il bisogno s'è fatto più pressante, catalizzato talvolta da scorci di quei torrenti appenninici che rischiano seriamente di scomparire, almeno per com'erano una volta, e dalle aberrazioni della società contemporanea. In questo settore sono quindi inseriti alcuni dipinti che hanno, nel corso degli anni, attraversato le pagine di Fly Line che le "ossessioni" dell'Autore.
Gli ultimi dipinti sono relativi a quei meccanismi della psicologia del profondo che stanno spingendo le élite che dominano la nostra società, predatori che seguono inconsapevolmente le più ancestrali leggi evolutive, verso l'illimitato potere e l'infinito arricchimento a danno delle limitate risorse planetarie. Con le masse a subire passivamente le follie dei capi-branco. Buona visione.
Conseguenze di un raggio di sole, olio su tela, cm 100 x 80, anno 2022.
Stante la tragica situazione dei torrenti appenninici di fondovalle la mia attenzione si è spostata sempre più verso monte, lungo i piccoli rii, dove si torna a percepire una natura meno contaminata, poiché, per fortuna, sempre più trascurata dai sapiens. In questi luoghi ormai privi di sentieri si può cercare qualche trotella selvaggia, probabilmente autoctona e, rientrati, per sicurezza, si possono riportare su una tela le immagini che restano impresse nella mente, ciosì rimarranno integre per sempre.
Rio in dissolvimento, olio su tela, cm 80 x 120, anno 2022.
Da lontano appare ancora in tutta la sua natura selvaggia, ma avvicinandosi si percepisce la frammentazione di ogni suo componente, sintomo di un futuro, possibile dissolvimento.
Torrente inquieto, olio su tela, cm 80 x 80, anno 2022.
Dopo il "Torrente in dissolvimento" resta la profonda inquietudine di ciò che riserverà il futuro, espressa da questo scorcio di ruscello dove nulla è più definito e tutto pare in dissolvenza, compresa la luce del giorno.
Coup su soir, olio su tela, cm 100 x 120.
Questo dipinto è stato scelto per la copertina del libro "Sedge & Stonefly" della serie "SUPERFLY".
Samurai, olio su tela cm 100 x 100, agosto 2021.
L'élite guerriera, qui rappresentata da un samurai, nella sua foga distruttiva recide con un fendente la stessa tela sulla quale è dipinto.
Fiume quantico, olio su tela cm 100 x 100, anno 2021.
Domina il motivo a spirale, che è stato qui dilatato in ogni parte del dipinto costituendone la struttura e formando una serie di vortici che si mescolano in modo caotico. Il risultato è una forte vibrazione che rende viva e pulsante la calma di un fiume di pianura colto a fine inverno.
Feticci in marcia, olio sui tela, cm 120 x 100, anno 2021.
Anche i feticci hanno i loro riti segreti, e non si dovrebbero guardare, soprattutto di nascosto. E l'ultimo se n'è accorto.
Torrente quantico 2, olio su tela, cm 100 x 100, anno 2021.
Il torrente è in continua mutazione, come ogni cosa nell'universo, la cui forma rappresentativa, la spirale, qui è ancor più accentuata.
Torrente quantico 1, olio su tela 100 x 100, anno 2021.
È un suggestivo tratto del torrente Ospitale, dove un bianco macigno levigato dall'acqua sembra raccordarsi con un anfiteatro calcareo formato da antichi sedimenti. Assieme sembrano tendere verso un motivo a spirale.
Quattro feticci, olio su tela cm 120 x 100, anno 2020.
I componenti delle antiche società tribali si avvalevano di feticci per provvedere al proprio destino, ai desideri, alla sicurezza. I feticci erano forniti di sostanze magiche ed in essi vivevano potenti spiriti. Alla fin fine il loro scopo non era molto dissimile dai nostri moderni feticci tecnologici.
Io ed Es, ovverosia Carlotta e i suoi demoni, olio su tela cm 80 x 100. Luglio 2020.
Antimateria, dipinto ad olio su tela, cm 120 x 100. Luglio 2020.
Perchè "Antimateria"? Ma perché parrebbe che il nulla, il vuoto, l'immenso spazio interstellare insomma, non sia affatto "vuoto", ma in esso pulserebbe un continuo annichilimento di materia ed antimateria. Proprio il "nulla" potrebbe nascondere l'energia fondamentale dell'universo. E dal nulla appaiono i tre feticci, rappresentanti di quella "antimateria" complementare alla nostra corporeità.
Beh, questa è la spiegazione breve, quella lunga qui è improponibile, occorrerebbero più bit che atomi nell'universo.
Tutto e niente, olio su tela cm 150 x 120, giugno 2020.
Accennando ai feticci il pensiero dei più evoca all'istante immagini di statue lignee africane spesso ricoperte di chiodi o altri oggetti che ne arricchiscono il carico di potenza sacra, ma il termine può essere esteso a qualunque reliquia sacra della religiosità popolare. Marx lo estese al capitalismo con la sua teoria del "Feticismo delle merci", e Freud lo introdusse nella sessualità qualora l'eccitazione fosse procurata da sostituti della persona e dei genitali quali oggetti libidici principali.
Qualunque quadro, volendo, potrebbe con validi motivi essere definito "feticcio". Questo, ovviamente, lo è a maggior ragione.
Elite guerriera, olio su tela, cm 120 x 100, maggio 2020.
Originariamente erano cacciatori. Poi, con la nascita di società più complesse, guerrieri, infine militari. I potenti della terra, da quelli che abbiamo studiato sui libri di storia fino a coloro che oggi sono definiti "i padroni del mondo", hanno sempre assoggettato e controllato le masse grazie alla elite dei guerrieri, dotandoli di armi sempre in evoluzione. Oggi i guerrieri, in questo loro mestiere, sono coadiuvati dalla tecnologia, dalla psicologia di massa, dall'intelligenza artificiale e da illimitato potere economico, ma le conseguenze di tutto questo potenziale distruttivo rimangono le stesse e molti popoli continuano a pagarle col sangue. Una cosa da sempre caratterizza l'elite guerriera, ben condivisa coi padroni della terra: il disprezzo per la vita umana.
Torrrente alpino, olio su tela cm 50 x 70, maggio 2020. Per la precisione è uno scorcio del Leno di Terragnolo, dove vorrei essere in questo preciso momento.
L'Arciere, olio su tela cm 100 x 100, gennaio 2019
Per commentare quest'ultimo dipinto ho bisogno di riflettere ancora un po'. Poi, probabilmente, lascierò perdere, c'è troppo da scrivere sulla vita e sulla morte, connesse da un'arma da getto. Furono le armi da getto ad affrancare la specie umana dai predatori, e a portarli rapidamente ai vertici della catena alimentare e sul gradino più alto del podio dei padroni del pianeta. Peccato che il pianeta stia diventando come lo sfondo del quadro: una massa di ruderi sporchi di sangue.
Olio su tela, cm 100 x 100, anno 2019
Questo dipinto è stato realizzato per assicurare una copertina al prossimo libro di Fly Line, che tratterà di emergenti, cripple, stillborn e ninfe, sia dei vari fenomeni implicati che interessano il pescatore a mosca, o almeno dovrebbero, sia per presentare un'ampia serie di dressing, coi processi costruttivi.
Il titolo "L'ultimo insetto" indica dichiaratamente (vedi la didascalia in Fly Line 3/2019), l'ultimo insetto dello sfarfallamento serale, insomma, un'effimera tardiva, quella che... paga la cena, ma evoca inevitabilmente una delle cartine tornasole che mostrano il degrado ambientale con una delle manifestazioni più preoccupanti: il calo esponenziale degli insetti, insostituibile anello della catena alimentade planetaria, sia della fauna che della flora.
Olio su tela, cm 100 x 100, anno 2018
In realtà questa cascatella del rio Doccione, a monte dell'omonima cascata di alcune centinaia di metri, sarà alta una trentina di centimetri, me se nel film Men in Black sono riusciti a mettere una galassia in una biglia, non vedo perchè non dovrei mettere una cascata di 30 centimetri in una tela di un metro quadrato e farla sembrare alta due metri. L'emergente non c'è, ha sfarfallato nel dipinto successivo, stessa pozza, ovviamente.
Olio su tela, cm 100 x 90, anno 2006
Questo dipinto riprenderebbe abbastanza fedelmente uno scorcio del torrente Ospitale, se non fosse che l'acqua scorre in senso contrario, ma da bravo pescatore a mosca preferisco vedere la corrente che mi viene incontro.
Fa parte di una serie di quadri dedicata ai tre torrenti che formano il Leo nella valle di Fanano, nell'Appennino modenese, i rii Fellicarolo, Ospitale e Dardagna. Avrei voluto organizzare una mostra in paese, per sensibilizzare gli abitanti mostrando loro la bellezza dei torrenti che li circondano, sollecitandoli così a lottare contro le centraline idroelettriche progettate ovunque. Troppo tardi. La prima è già in fase di realizzazione a valle della confluenza tra Ospitale e Fellicarolo.
Olio su tela, cm 100 x 90, anno 2017
Questo, ovviamente, è il dipinto realizzato per fornire una degna copertina al libro
"Effimere in viaggio di nozze".
Olio su tela, cm 100 x 120, anno 2008
Se nel luogo del dipinto precedente "Ospitale in controluce" vi girate di spalle, questo è ciò che vi si presenta, sasso più sasso meno, sempre ridotto ad un metro e venti circa per un metro di ampiezza, e trasformato in pigmenti disciolti in olio di lino. L'acqua sta tornando limpida dopo lo scroscio di un breve temporale. Questo tratto rischia di essere sostituito da un tubo.
Olio su tela cm 100 x 90, anno 2003
Ecco la nostra principessa, sua eccellenza Ephemera danica, gioiello biologico, estremamente deperibile, ma abilissima a riproporsi a luglio, talvolta a fine giugno, proprio nei rii della valle di Fanano. Ha scelto i nostri torrenti, forse, fuggendo dalle sorgive di pianura, qui si sentiva più sicura. Un'illusione come un'altra. Quella del dipinto non può riprodurre, ma il suo potenziale di durata supera di certo svariati millenni. Il colore é ad olio, il telaio robustissimo, la tela di lino è oltremodo spessa con filo doppiamente ritorto. Il quadro potrà esserci quando le effimere saranno scomparse dal pianeta. La trovate anche nella copertina degli "Insetti di Fly Line".
Sopra la forra, olio su tela, cm 90 x 100, anno 2001
Tra i primi dipinti di questa serie c'è "Sopra la forra", dove le trote non potranno risalire. È il ricordo di un'escursione fatta da bimbo con uno zio e descritta in un articolo pubblicato in Fly Line 1/2014, precisamente l'articolo "Amarcord", della rubrica "La Pagina del Pollo 43". Brutta storia i ricordi, specie quando non rammenti il film visto l'altra sera (non doveva comunque essere gran che), ma ricordi passo per passo quell'avventura. Ho inserito questo articolo negli ESTRATTI (voce del menu principale), ora potrete leggerlo anche voi. Se siete diventati adolescenti almeno un paio di lustri prima degli smartphone è probabile che vi piaccia. Beh, sappiatemi dire. Il ruscello dipinto è un affluente del Fellicarolo, che precipita dal versante Est del Cimone, il più scosceso. È quello dove vidi la seconda trota, quella che se ne fregava della gravità newtoniana.
Natività 2000, olio si tela cm 70 x 120
Dipinto nato con la nascita di Carlotta, nel terzo millennio, figlia più della società meccanizzata che di Mirella ed il sottoscritto, genitori ancora umanoidi.
Olio su tela, cm 80 x 120, anno 1999.
A proposito di inconscio e psicoanalisi: una volta terminato questo dipinto, ispirato da una maschera africana, il titolo è venuto da sé. Chi ha qualche esperienza psicoanalitica ha una buona probabilità di comprenderne qualcosa, agli altri posso solo dire che non dovrebbero preoccuparsi più di tanto.
Flavia, olio su tela cm 50 x 70, anno 1997.
Olio su tela, cm 80 x 120, anno 1996
È il prodotto visionario di oltre quaranta giorni vissuti nell'Ovest degli Stati Uniti pescando in innumerevoli fiumi, dall'Arizona all'Oregon attraverso California, Nevada, Utah, Idaho, Wyoming e Montana, fiumi come il Missouri, il Madison, il Colorado, l'Umpqua, lo Yellowstone ed una miriade di torrenti minori, di chalck stream e di qualunque superficie acquatica potesse celare una trota. E di tutto quanto, di vecchio e di nuovo, poteva offrire agli occhi e alla mente lo spettacolo delle Montagne Rocciose solcate da Sud a Nord. Difficile, al ritorno dal primo viaggio negli USA (ne sarebbero seguiti diversi altri) resistere all'impulso di rovesciare su una tela la miriade di miti e sentimenti che inevitabilmente saturano la mente e la fantasia, compreso l'enorme immondezzaio a cielo aperto, anzi a "prateria aperta" dove, eccetto che nei parchi nazionali, si vedono ovunque ruderi abbandonati, rottami di macchine agricole, di camion, di carcasse d'ogni genere, di silos, di enormi magazzini... rifiuti d'ogni tipo che, se concentrati nei nostri italici 302.000 kmq italici, potrebbero sommergerci.
Olio su tela cm 60 x 90, anno 1996
Credo che il titolo esprima bene il dipinto, realizzato accumulando, una dopo l'altra, tutte le cose che in quel momento di "furia creativa" mi sono venute in mente. Credo abbia funzionato un po' come l'organizzazione dei sogni. Pensatene ciò che volete, io non tornerò dall'analista per altri dieci anni solo per potervelo spiegare nei dettagli.
Olio su tela, cm 80 x 120, anno 1996
Dai sedimenti ricaviamo fondamentali informazioni relative al nostro passato ed alla nostra evoluzione. Grazie ad essi siamo in grado di ricostruire la storia del pianeta e quella della sfera biologica che ha portato alla consapevolezza della nostra esistenza. Ma anche noi abbiamo, in fondamentali luoghi della mente, dei "sedimenti", ed il nostro inconscio non può dimenticarli, solo nasconderli alla coscienza, anche se le nostre azioni, i desideri, i bisogni, le paure ed i piaceri dipendono esclusivamente da loro.
Olio su tela, cm 70 x 100, anno 1995
Se Lo psicanalista vi ha turbato innescando un inquietante ritorno all'infanzia, beh, potete sempre trastullarvi con queste vecchie bambole, che potrebbero avere giusto la vostra età.
Olio su tela, cm 40 x 60, anno 1994
Dopo la sfida ai bonefish, ai tarpon, ai jack ed ai barracuda delle flat dei Jardinas de la Reina non si può rientrare in Italia senza girovagare nei vicoli dell'Avana e di Ciego de Avila per cogliere e rubacchiare qua e là le immagini in dissolvenza del post comunismo castrista. Tutta la dignità residua di un popolo che non ha certo avuto vita facile si può cogliere nel volto di questo vecchio cubano, che dopo aver fatto una rivoluzione guarda perplesso il prodotto attuale di infinite pene. Lo dipinsi al ritorno di uno di quei viaggi a loro volta dipinti dal volteggio di lunghe e pesanti code di topo.
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